Eligor entrò in casa ansimante e sull’orlo di un collasso.
Il mantello gli penzolava nerastro dalle spalle ma il ghigno stampato sul
demoniaco volto lasciava presagire che solo buone notizie erano in arrivo.
“Scialla papi!” Un colpo d’ascia gli fracassò una delle
nuovissime corna che gli erano spuntate sulla fronte.
“Ma perché?!?” Piagnucolò l’ex principe demone ora nella sua
forma di skulltaker.
“Finalmente mi sono liberato delle ali che parevo un
bersaglio volante, riesco ad arrivare nel centro degli schieramenti avversari
(anche se non riesco ancora a tirare un colpo… tutti scappano…), mi porto
dietro metà delle 27 legioni di Vaiasuso che arriva dove e come meglio non si
può, ti offro crani e sangue e tu mi sfasci le corna?”
“Figlio! Se ti esce ancora la parola scialla dalla bocca non
avrai più una bocca con cui parlare. Ora narrami le tue gesta che sono
orgoglioso di te!”
“Beh… è facile… Dopo aver letto le nuove scritture abbiamo
perfezionato una tattica che ci permette, a costo irrisorio, di impantanare e
far morire dalla fatica qualsiasi avversario.”
E fu così che Eligor narrò le gesta degli eroici Daemonkin
che, dopo aver subito una sonora legnata dagli Eldar che oramai si trovavano ad
un passo dal centro del comando caotico, avevano perfezionato i loro attacchi
contro gli odiati marine piombandogli addosso come un monsone estivo piomba
addosso ad un villaggio di pezzenti bramini indiani. La carneficina che ne era
scaturita sarebbe stata ricordata per molti anni su Meridian e il cuore delle
forze asservite al falso imperatore, supportate ora da un branco di lupastri
rognosi era ora alla portata delle formidabili armi d’assedio devote al rosso
demone.
Dopo l’attacco Eldar pure gli alleati Orks, ingolositi da
quanto trovato nei dintorni dell’accampamento caotico, avevano tentato di
sfondare al centro le difese di Khorne, ma la violenza della risposta aveva
prima lasciato loro senza mezzi per potersi muovere ed in seguito si era
scatenata una mattanza che neppure le tonnare tra Scilla e Cariddi potevano
lontanamente eguagliare.

Khorne chiuse gli occhi ed ansimò dal piacere.
“Vai figlio. E portami nuovi mattoni per il mio trono e
nuovo sangue per le mie labbra. Ho di nuovo sete.”
13 punti (0-3, 1-2, 1-2, 2-1)
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