La Rok era in fermento, oramai mancava pochissimo all’impatto
con Meridian e le avanguardie degli Orks erano oramai saldamente padrone delle
teste di ponte sul pianeta.
Ma Ghazgull non era contento.
Botte ne avevano tirato tutti e tante; Gork e Mork si erano
dimostrati prodighi di consigli brutalmente aztuti o aztutamente brutali ma…
“VOGLIO ZAPERE KOZA PREPARANO QUELI ROTZI!!!” Urlò Ghazgull
picchiando selvaggiamente il cugino Ghazzakhan.
“Non è pozzibile che ki okkupa la MIA Rok mi nazkonda
qualkoza! La Rok è MIA e tutto kuello che c’è zopra è MIO! Anke le tezte di
queli rotzi! E poi perké sono rotzi? Il rotzo è MIO!”
Dopo un paio di craniate contro il setto nasale del cugino
Ghazgull cominciò a vedere rosso e si calmò.
“Va bene. Non c’è problema. Preparate i karri ke vado io a
vedere koza fanno queli rotzi kon le korna.”
“Ahem…” Gallosh, valoroso KapoMek che aveva assistito sia
alle innumerevoli scorribande su Meridian che avevano portato gli Orks ad un
passo dai cuori nevralgici delle difese di Eldar e Blood Angels che al brusco
stop (dopo il brillante recupero di un qualcosa meccanico e rosso che ancora
stavano studiando) contro le fortificazioni caotiche, si schiarì la voce
sperando che il rumore distraesse il gran capoguerra e gli facesse dimenticare
l’ultima frase.
“Koza vuoi Gallosh? Lo zo che quando ti skiarisci la voce
cerki di diztrarmi. Koza non va nel mio aztutamente brutale piano?”
“Gran KapoGuerra e valorozizzimo e fortizzimizzimo Ghazgull,
purtroppo devo komunikarti ke abbiamo penuria di karri…”
“Koza è penuria? Zi mangia? Ci zi può picchiare kualkoza?”
“No… è ke non abbiamo più karri…”
“…”
Le mani di Ghazgull si avvicinarono pericolosamente al collo
di Gallosh.
“Zpiegati.”
“Purtroppo i kozi rotzi con le korna hanno prezo tutti i
noztri (ed i loro) tezki e le noztre lamiere e sembra zia tutto zparito… Dalle
urla abbiamo kapito ke è ztato donato tutto a Khorne…”
Ghazgull urlò e strepitò e sbraitò e percosse tutto e tutti.
“La Rok è MIA! Tutto è MIO! Nezzuno può prenderzi la MIA roba! Nezzuno può
regalare nulla a Khorne! Khorne ha il mio metallo e non è più MIO amiko! Ti
pikkierò Khorne! Ti picchierò fino a farti diventare rotzo dal dolore! il TUO
dolore che zarò ztato IO a decidere di regalarti!”
Improvvisamente si fermò in mezzo allo scempio che una volta
era stata la sua tenda. Un’idea, un piano brutalmente astuto fece capolino
nella sua testa.
“Glommash! Vieni qui!”
Un mostro verde si presentò dinnanzi a Ghazgull, il gran
KapoGuerra Glommash aveva morso il freno per troppo tempo, ora era giunto il
suo momento; e non si sarebbe lasciato scappare l’occasione per dimostrare che
lui era il più forte su quel pianeta. Tornati poi a casa avrebbe messo in
chiaro le cose con Ghazgull, ma ora non vedeva l’ora di ricevere degli ordini
che finalmente avrebbero liberato la sua voglia di sfaldare quel misero pianeta
abitato da miseri esseri.
“Glommash, azkoltami. Il piano è zemplice. Vai dagli omi
rotzi coi kapetzoli. Uccidili tutti e porta via tutti i karri. Poi torna koi
karri ke skiantiamo i kozi rotzi e gli rubiamo quelo ke nascondono e poi
andiamo a pikkiare i rekkiapunta kon tutto quelo ke abbiamo.”
Glommash sorrise e senza dire una parola se ne andò.
“Ghazzakhan! Dove zei?!?”
Il cugino emerse dalla buca che aveva velocemente scavato nel
pavimento quando Ghazgull aveva dato fuori di bruttobrutto.
“Ghazgull, hai ordini? Devo infiltrarmi? Nazkondermi?
Spiare? Ezkogitare un piano aztutamente diaboliko?”
“Trovami un KapoMek. Quezto è rotto.” Disse Ghazgull
indicando i resti di Gallosh.
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