Decine di urla si sollevarono dall’Auditorium, peraltro
semideserto. I presenti inveivano contro una sottomessa relatrice addossandole
tutta la colpa se il loro sole era oramai completamente oscurato da un immenso
ammasso roccioso chiamato la Rok of Ages.
Elena Derosa era stanchissima, aveva dovuto sopportare
centinaia di pugnalate alle spalle dai suoi (per quel che credeva) fidati
collaboratori che al momento giusto le avevano voltato le spalle appoggiando l’aristocrazia
che ancora non era fuggita dal pianeta. Per non parlare dei difficili rapporti
coi Blood Angels, intervenuti a supporto dei Blood Ravens ma decisamente meno
diplomatici di questi ultimi; e ne avevano pur ragione! Scoprire che il vecchio
governatore trafugava armature Terminator per la sua collezione…
Il pianeta era oramai allo sfacelo. Anche se l’oramai
imminente assalto caotico-orkesco non dovesse avere il sopravvento sulle difese
planetarie l’immenso prezzo in esseri umani avrebbe paralizzato qualsiasi
attività produttiva innescando una crisi dalla quale non ci si sarebbe ripresi
se non con un azzeramento totale delle strutture di comando civili.
Inutile recriminare, il danno (e che danno!) era stato fatto.
Derosa scese dallo scranno gettando senza interesse i documenti che la
eleggevano Governatore, che se la vedessero tutti quei nobilucci talmente
attaccati ai soldi da non aver nemmeno il coraggio di lasciare il pianeta per
sopravvivere.
Stava per uscire quando quattro figure apparvero da chissà
dove. La loro voce cristallina ed il loro portamento regale zittì la platea.
“Andatevene.” Brusio di proteste.
“Andatevene. Non abbiamo bisogno di voi.” Il brusio si fece
più insistente.
“Andatevene. Non abbiamo bisogno di voi. Troppo e troppo
male avete fatto alla nostra terra. Dopo averla stuprata non siete nemmeno
riusciti a proteggerla da ciò che è più nefasto in questa galassia. Andatevene
o nessuno sopravviverà. O meglio: preferirete non sopravvivere che essere
inviati a Commorragh, unico posto dove avete diritto di esistere!”
Come erano apparse le figure scomparvero. Non volava una
mosca.
Derosa uscì dalla sala ed impietrì al momento che le porte
si chiusero dietro di essa.
Una figura alta, magra e decisamente maligna la osservava
sorridendole, era accompagnata dalla guardia personale del Governatore. La sua
guardia.
“Gregor?” “Proprio io” Rispose senza mai smettere di
sorridere il vecchio Governatore Gregor Vandis, una goccia di sangue stava per
cadergli da un lobo ma con un velocissimo colpo di lingua la fece sparire tra
le sue labbra.
“Cara Elena, ma che bel casino che mi hai combinato! Mi hai
destituito, mi hai defraudato della mia collezione, mi hai distrutto il
pianeta, … Cosa devo fare con te?”
“Io distrutto il pianeta?!? Ma sei impazzito?!? Ho cercato
di rimettere assieme i cocci che TU hai lanciato ai quattro venti! Pazzo
scriteriato! GUARDIE!!!”
Nessuno si mosse, solamente Vandis la prese per un braccio
con una forza decisamente non intonata al sorriso e la accompagnò al balcone.
“Ecco, cara Elena, vuoi fare un bel discorso?” Sotto di lei,
praticamente a perdita d’occhio, la FDP accolse con un boato il gesto di saluto
di Vandis.
Elena Derosa non pensò a nulla mentre precipitava verso dei
Leman Russ parcheggiati ordinatamente, nemmeno di avere l’onore di essere la
prima vittima illustre dell’imminente carneficina.