lunedì 17 dicembre 2012

Occhio critico - Formule Dé

Nuova settimana, nuova occhiata critica ad un gioco già inserito nella lista di Giochintavola.
In questo caso parleranno gli esperti di uno dei più famosi giochi di simulazione "light" di corse automobilistiche; vai con la scienza e la sapienza!

Troppo determinante la fortuna coi dadi.
A questa non riesco proprio a trovare un commento.

Il gioco diventa lento con l'aumentare dei giocatori e se avete amici molto riflessivi che contano tutte le traiettorie possibili
Se invece non ti fila nessuno e ci giochi da solo il gioco è velocissimo, praticamente non aspetti fra un turno e l’altro.

Behh devo dire che tra giochi tipo caylus e questo ci sono approcci e concetti diversi,
Anche in questo caso sono esterrefatto da una così marcata profondità di pensiero.

il gioco di per se non è male, ma l'ambientazione non mi attira.
Ottimo inizio per una recensione obbiettiva. Plauso perlomeno all’onestà.

Non concordo che il primo che taglia il traguardo ha vinto(traduzione letteraria), e noi modifichiamo con: quando tutti hanno finito il turno in cui si taglia il traguardo chi è andato più lontano ha vinto.
Noi giochiamo che chi caccia l’urlo più belluino dopo aver ingollato mezzo litro di birra ha vinto.

unica pecca indipendentemente dal fattore fortuna è il suo acquisto. io l'ho comprato ma i miei amici non amano le corse e spesso scelgono un altro gioco, quindi alla fine tende sempre a rimanere nell'armadio
Giuro, sto cercando di capire se la pecca del gioco è quella di non piacere ai tuoi amici o il fatto che si trovi in commercio…

Gioco leggero. Piacevole il sistema di gestione delle scalate. (non riesco a fare tre giri di fila senza usire di strada ....chissà perchè.).
Io un paio di idee le avrei.
PS considerato che quella che leggete è l’intera recensione, è meglio chiarire che per scalate l’autore intende l’inserimento di marce inferiori. Il rendere pubblica la propria incapacità di giocare può essere definito “una perla”.

venerdì 14 dicembre 2012

Occhio critico - Quoridor


Bel gioco, anche se dopo un po' stanca, soprattutto se si gioca sempre con la stessa persona.
Tu non sei uno di quelli che “una donna è per sempre” vero?


Molto divertente e strategico in 4, purtroppo in 2 perde molto.
Essendo un gioco pensato per due, con l’aggiunta di una variante per 4 direi che hai compreso appieno il concetto.


Divertente e originale. Unico difetto: se vengono fatte alcune mosse scellerate all'inizio la partita è già segnata. …
Non una, più mosse scellerate. Non una, più ditate negli occhi. E pretendere di vederci ancora come un falco.


Giocando si costruisce un vero e proprio labirinto e devo dire che è questo regala anche un'esperienza estetica non da poco.
Consigliatissimo.

Spero di non dover mai ammirare i quadri appesi alle pareti di casa tua.

Occhio critico - Introduzione

Oramai è passato un po' di tempo da quando ho cominciato ad interessarmi di giochi da tavolo, e sono guarito dalle sue due più terribili affezioni: l'acquisto compulsivo e l'occhio di Peter Pan.

Guarire dall'acquisto compulsivo è facile: quando capisci di esserti ridotto come i contadini di Agricola, ovvero con la psicosi di non riuscire a mangiare nella fase di raccolto (= fine mese) capisci pure che è il caso di comprare più pane e formaggio e meno dadi, token e meeples.
Guarire dall'occhio di Peter Pan non è invece così scontato ed è collegato all'aspirazione di diventare un "esperto" o, perlomeno, un conoscitore del campo che ti appassiona.
Nel caso dei giochi da tavolo la summenzionata aspirazione è la punta di uno spillo: l'idea di un passo falso ti fa piombare dalla cima della conoscenza al baratro del grottesco, dove i tuoi estimatori non sanno se ridere delle boiate che dici o piangere all'idea che sei convinto di quanto appena asserito.

La frase "Mi piace perchè..." è il punto di volta che divide l'appassionato dall'esperto.

"K2 mi è piaciuto perchè mi ricorda quando ero da solo in cima al Pizzo Molare in novembre".
E' un appassionato di montagna che parla, ricorda le sue emozioni, se ne frega delle meccaniche, del downtime, dell'alea e di tutti i paroloni con cui gli esperti si riempiono la bocca (attenzione! Al momento non ho ancora detto di NON essere un esperto...).

"K2 mi piace perchè devo riuscire ad adattare la mia strategia alle mutevoli condizioni delle mie pedine sulla plancia "
Cominciamo a sfiorare il gusto del gioco (pochi di noi sono alpinisti himalayani, e quei pochi di solito o non giocano a K2 o non leggono questo blog). K2 ha un meccanismo che obbliga alla speculazione di cosa poter fare . L'assertore della frase non sa come funziona, ma gli piace; siamo ancora nell'ambito delle sensazioni, ma qui sono le sensazioni che da il gioco, non l'esperienza al di fuori del gioco.

"K2 mi piace perchè, partendo fondamentalmente dal gioco dell'oca è riuscito ad introdurre la variabile "sforzo" tramite delle carte pescate alla cieca che permettono il movimento e la variabile "meteo" data da delle plance scelte a caso su un percorso che graficamente rappresenta il raggiungimento di una vetta. Queste meccaniche ben si sposano con l'ambiente della montagna, mai prevedibile"
Cosa ho letto? Ho letto di un gioco che ricorda la montagna, in cui devo spostare delle pedine su un tracciato grazie a delle carte e delle plance che non sono determinate in precedenza ma vengono scoperte a caso e so che l'aleatorietà è un punto molto presente in questo gioco. Ho quindi praticamente tutti gli elementi per poter decidere se continuare ad informarmi o se cercare qualcos'altro.

Tutto questo per dire cosa?
Per dire che oramai non è più tutto oro quello che luccica ai miei occhi. Che vi sono anche giochi brutti e noiosi (per me), ma che devo, se voglio essere un esperto e non un pagliaccio, saper scindere le mie esperienze e le mie sensazioni da quello che il gioco è in realtà.
E non devo gridare al miracolo solo perchè tutti gridano al miracolo a seguito della moda, o gridare schifo quando tutti gridano miracolo perchè fa più connaisseur da salotto mondano.
E a volte è meglio non gridare.

Il primo gioco di cui ho osservato le "grida" è stato Quoridor, non so la recensioni, ma i miei commenti sì che son scritti di getto


lunedì 10 dicembre 2012

Cosa succede nel Warp? part 2

Khorne si svegliò con una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Riconoscendo il malessere che sopraggiungeva ogni volta che i suoi campioncini Eligor e Perkele ne combinavano una delle loro non riuscì a trattenere un singulto di disperazione che ben presto però lasciò spazio al dubbio in quanto l’ultimo compito a loro assegnato era il censimento degli abitanti di Bubonicus per una improbabile (almeno a breve) quattordicesima crociata nera.
Non avrebbero dovuto rientrare almeno per un paio di eoni, conoscendo l’indole poco propensa al dialogo e la pressoché incapacità di esprimersi se non a morsi e sputi degli abitanti del pianeta corrotto; per scrupolo Khorne si collegò con il warpphone con il dominatore di Bubonicus principe Dak’Haur che però gli confermò la presenza dei due campioni che gli stavano decimando le sue legioni.
Va bene la messe di teschi per il suo trono, ma perché il malessere non…

SBAM!

KHA-TUM!

Lo sbam era la porta della sua stanza che si aprì di colpo facendo mancare al suo nero cuore un paio di colpetti, il kha-tum era dovuto al colpo della schiena contro il pavimento dopo che le “corna” di quello scellerato di Ahriman sbatterono sullo stipite superiore  della summenzionata porta.
“Mio Signore! Mio Signore! Buon Natale!”
Riuscì a biascicare Ahriman prima di svenire.
Khorne guardò sbigottito il pagliaccio bianco e blu seguace di Tzeench, poi lo cominciò a colpire selvaggiamente con la sua mazza nera nuova di zecca fino a quando il millenario nemico dell’imperatore non riaprì gli occhi.
“A parte che odio il Natale, perché osi interrompere i miei disegni di orrore con la tua presenza?"
“Ma… io… veramente…”
Un’ulteriore mazzata sciolse la lingua ad Ahriman che spiegò che, mentre camminava per le correnti warp pensando a come finalmente render potenti i suoi migliori guerrieri, la Stirpe dei Mille, che oramai era presa in giro da tutti più degli arlecchini (vestiti in maniera ugualmente indecente, però perlomeno questi ultimi quando erano vicini staccavano nasi a morsi), aveva trovato…
Khorne e Ahriman si guardarono, Khorne alzò la mazza e Ahriman tolse il pesante drappeggio che copriva la finestra e…
Tonnellate di Hammerhead, Sky Ray, Piranhas, Mante, Devilfish, Barracuda, Remora, Tiger Shark, Orca, Pathfinder e droni, accompagnate da innominabili veicoli orcheschi erano ammassate ai piedi del suo trono.
A Khorne prima si inumidirono gli occhi, poi un conato di vomito fuoriuscì dalla sua bocca alla vista di un orribile Hammerhead blu cosparso di stelline giallo-arancioni.
“Distruggete quella porcheria di veicolo o regalatela a quel/la coso/a di Slaanesh!”
Il grido fu talmente forte e rabbioso che subito si materializzò Huron Cuorenero che cercò disperatamente di caricare il suo lanciafiamme pesante ma Lucius l’Eterno fu più lesto ed entro nel mezzo con un gridolino di gioia e partì rombando per portare il dono al/la suo/a signore/a e padrone/a.
Khorne si disinteressò delle evoluzioni di Lucius e dei pianti di Huron e si rivolse con voce possente ad Ahriman
“Ahriman, con questo gesto ti sei guadagnato la nostra stima ed il nostro favore, come segno della nostra approvazione strierò di rosso e farò le punte a quelle ridicole corna che hanno sul casco i tuoi Mille!”
Ahriman si inchinò e lasciò la stanza piuttosto indeciso se essere orgoglioso dell’approvazione del dio del sangue o terrorizzato all’idea di dover spiegare al suo padrone perché i suoi Mille sarebbero assomigliati ad una mandria di tori dipinti da un Dalì ubriaco.
Khorne rivolse la sua attenzione alla catasta di mezzi e cominciò a dividerli: a sinistra quelli marrone / marroncino (ma che fantasia i Tau!) ed a destra quelli biancoverdi.
I due gruppi erano quasi finiti, Khorne si fermò per un attimo ad ammirare l’opera quando…

KA-TA-CRASH-BUM!

La polvere si rialzò dal macello in cui si erano trasformati i gruppi di mezzi Tau, la piana di desolazione era macchiata da un crogiuolo di marroni e verdi e bianchi e... argento?!?
Khorne osservò meglio il disastro e scorse in mezzo al marasma la causa di quanto era appena successo.
In mezzo all’orda Tau giacevano nuove fiammanti due falci Necron.
Khorne sorrise, finalmente le belle addormentate si erano ridestate dal millenario sonno: nuovi teschi erano pronti per essere offerti al suo trono.
In fondo il Natale non era così brutto.